Marco Emmanuele – Drawing Machine #13

06 – 30.05 2021
Superstudiolo Arte Contemporanea
via San Lorenzo 12b, 24129, Città Alta, Bergamo

La riapertura di Superstudiolo, in seguito all’anno di progetti collaterali, fiere virtuali e lavoro da remoto, ha visto il coinvolgimento dell’artista di base a Roma Marco Emmanule (Catania, 1986). Come direttori artistici della galleria abbiamo accolto l’invito del Comune di Bergamo a riflettere sulla possibilità di riaprire gli spazi di Via San Lorenzo 12b, Città Alta (Bergamo), con un progetto capace di coinvolgere attivamente il pubblico e con questo pensiero curatoriale non abbiamo esitato ad invitare l’artista ospitando dal 6 al 30 maggio la sua drawing machine numero 13.

Emmanuele descrive come segue il suo lavoro: “Le Drawing Machine sono dei dispositivi in grado di realizzare segni poetici seriali a partire dalle movenze di un soggetto-guida. Ad esso sono raccordate le esperienze di altri soggetti che, grazie ai legami generati dalla macchina, interagiscono direttamente con il suo intento generativo. A partire da questa molteplicità del segno si ottiene un linguaggio nuovo che mette in campo le istanze umane, l’operato della macchina e la risposta della collettività. Tale risultato appare ancora più evidente perché rapportato alla pratica del fare che, per sua natura, è portata ad esprimere la soggettività del suo interlocutore. L’interferenza uomo-macchina si manifesta là dove una certa dose di imprevisto, altrimenti definito malfunzionamento, interviene nel guidare le movenze collettive. Questa esperienza fatta del legame concreto tra i partecipanti e la macchina consente, paradossalmente attraverso una limitazione fisica, la costruzione di una relazione mentale condivisa ed aperta in un rispetto sinergico. Il lavoro così diventa un’operazione di ascolto. La drawing machine non è solo uno strumento per disegnare ma anche per indagare. Pensare di costruire una macchina in grado di emulare alcune funzioni proprie dell’uomo per poi portarlo all’errore, non è un atto di presunzione o arroganza. Al contrario, incarna l’umile sforzo di chi, attraverso tentativi ed errori, cerca di sviluppare e perfezionare dei modelli concreti per comprendere una porzione di mondo.

Le drawing machine di Marco Emmanuele sono strumenti che invitano il pubblico alla pratica del disegno, alla scoperta del potenziale del segno grafico, di ogni linea e forma derivata dall’intento dell’esecutore che incontra la meccanica del mezzo. Le macchine per il disegno portate in mostra sono pensate per attivare dei processi partecipati, ludici, capaci di far interagire sensibilità e approcci differenti al disegno, approcci destinati a destrutturarsi per strutturarsi nella partecipazione, accogliendo le logiche della macchina, le interferenze, gli errori, le distorsioni. 

Le macchine si adattano allo spazio che le ospita: la galleria asettica, l’ambiente domestico, lo spazio urbano. Lo spazio diviene dispositivo e incubatore: dispositivo relazionale e contenitore di tutto ciò che viene prodotto dall’uomo e dalla macchina. Ogni singolo disegno si fa opera, entrando a far parte di una collezione, di una quadreria, di un archivio dell’artista che è oggetto di studio, appunto visivo, traccia di un’esperienza con il linguaggio del disegno. 

Le installazioni di Marco Emmanuele dovrebbero forse essere studiate e comprese attraverso una lente capace di portare in superficie tutte quelle questioni che gravitano intorno all’idea di scultura sociale. L’azione, la presenza scultorea, il disegno, si incontrano nella ricerca dell’artista che attiva delle dinamiche di produzione che abbracciano una concezione di arte riferita all’uomo, ad ogni uomo che nel suo essere possiede facoltà creative che vanno scoperte e coltivate. Questa riflessione rimanda al concetto ampliato di arte e ci ricorda la celebre e discussa affermazione di Joseph Beuys: “Ogni uomo è un artista”. Senza entrare nello specifico del pensiero che sostiene queste parole, è importante evidenziare l’importanza che hanno per Emmanuele i disegni realizzati dal pubblico, le bozze, i tratti nervosi, la leggerezza o la durezza dell’impressione della matita su carta, la timidezza della mano, l’imprecisione della figura. Le Drawing Machine invitano alla sperimentazione, alla scoperta di un mondo esperienziale, al gioco che è sempre processo di apprendimento.

Marco Emmanuele (Catania, 1986).
Inizialmente dedito alla ricerca e produzione musicale, nel 2010 decide di continuare gli studi in Architettura trasferendosi a Roma, dove oggi vive e lavora. L’artista realizza opere in ceramica, ferro o vetro, detriti: testimoni dell’attitudine umana alla colonizzazione ed alterazione dei luoghi. La ricerca più recente verte sulla performance e sulla progettazione di macchine per disegnare, dispositivi in grado di manifestare l’interferenza uomo-macchina, altrimenti definita malfunzionamento. Nel 2020 è stato in residenza a Lozio (BS) per Falía* artist in residence e a Terni per la residenza Radici, alla Residenza La Fornace a Milano nel 2019, e presso Les Atelier Wonder-Liebert a Parigi nel 2018. Ha esposto i suoi lavori e realizzato performance in Italia e all’estero. Tra le mostre più recenti: Drawing machine #8 (Casa Vuota, 2020, Roma), Ionian Archaeological Archives (Bivy Space, 2018, Anchorage, Alaska), It was not me, It was not me (Wonder-Liebert, 2018, Parigi), Rosina #0 (Limone Space, 2016, Londra).

Marco Emmanuele, Drawing machine #13, (installation view), 2021
Marco Emmanuele, Drawing machine #13, (installation view), 2021
Marco Emmanuele, Drawing machine #13, (installation view), 2021
Marco Emmanuele, Drawing machine #13, (installation view), 2021
Marco Emmanuele, Drawing machine #13, (installation view), 2021
Marco Emmanuele, senza titolo, tecnica mista su carta, 69,5 x 100 cm, 2020
Marco Emmanuele, senza titolo, tecnica mista su carta, 69,5 x 100 cm, 2020