Federico Polloni

Federico Polloni

Intervista a Federico Polloni
a cura di Alberto Ceresoli e Carmela Cosco

Alberto Ceresoli | Carmela Cosco Che cosa cerchi nella pittura e che discorso sostiene il tuo fare pittorico?

Federico Polloni Cerco di migliorarmi, soprattutto di sorprendermi. Ci sono infinite possibilità di ricerca nella pittura e personalmente credo di cercare qualcosa che non conosco appieno e probabilmente non conoscerò mai. Ogni nuovo lavoro è come se mi svelasse una chiave per procedere oltre. La ricerca impone un percorso di riflessioni che rappresentano il mio essere e la mia coscienza. Il significato della pittura è la ricerca stessa, un percorso senza una meta precisa, lastricato di ostacoli, paure e ossessioni, ma anche di piacere e crescita.

AC|CC Processi, tempi, impegno o disimpegno nel lavoro. Raccontaci del tuo approccio alla pittura. Come si articola il processo di formalizzazione dell’opera? Come vivi il tuo studio? Rigore o elasticità progettuale?

FP Nella mia mente lavoro sempre, mentre nella pratica sono poco costante. Le mie giornate in studio alternano settimane di intenso lavoro a periodi meno proficui e frenetici da cui ne traggo ugualmente beneficio. Sono comunque momenti essenziali per procedere nel lavoro con più consapevolezza. Nel tempo ho imparato a lavorare in maniera più metodica, a concentrarmi su più opere nello stesso tempo. Condividere lo studio con altri giovani artisti e amici è un aspetto molto importante che mi fa sentire fortunato: gli stimoli e lo scambio di opinioni costanti sono essenziali alla crescita. Lavorare sempre, anche quando pensiamo sia una “giornata no” deve essere una regola, a volte è proprio in quei momenti che si hanno le migliori intuizioni.

AC|CC Ci interessa il tuo rapporto con la materia pittorica. Ci interessa il tuo rapporto con supporti e materiali. Scelte e affezioni?

FP Ho sempre dipinto su tela, sperimentando molto. Principalmente utilizzo una tecnica mista di acrilico nelle fasi iniziali per poi completare il lavoro ad olio per grandi velature o per raffinare un particolare. L’aerografo, strumento che utilizzo da qualche anno, mi permette di creare svariati tipi di campiture anche grazie a delle sagome che preparo appositamente. Negli ultimi anni ho iniziato a dipingere più spesso su carta, un’esigenza nata in un primo momento dalla necessità di creare degli studi per i dipinti, che mi ha portato in seguito a realizzare dei cicli di opere su carta, in cui creo una sovrapposizione di strati ritagliandoli e assemblandoli a collage. Questa tecnica mi permette principalmente di “sbloccare” dalla mente in maniera più veloce e fresca delle nuove idee.

AC|CC Astrazione o figurazione?

FP Cerco di arrivare a un’astrazione attraverso la figurazione e a una figurazione attraverso l’astrazione. Cerco la mediazione tra questi due campi di percezione. La figurazione presuppone una chiarezza di significato mentre l’astrazione una percezione personale dell’immagine. E’ importante che l’opera pittorica non si esaurisca al primo sguardo, ma al contrario mi attiri in una lettura più attenta. Nei miei dipinti i soggetti solitamente hanno lo scopo di attivare lo scenario raffigurato come fossero una chiave per molteplici letture dell’immagine; lavoro molto a una narrazione che sviluppi una lettura soggettiva della rappresentazione. Ne deve risultare un’immagine che conduca a una visione più ampia della scena rappresentata. Talvolta penso che i miei lavori siano apprezzati soltanto dai pittori!

AC|CC Ti chiediamo un pensiero iconografico rispetto alla tua produzione pittorica. Riferimenti e influenze?

FP Le immagini soprattutto digitali sono all’ordine del giorno. Si vedono nell’arco di una giornata una moltitudine di immagini. Mi attraggono molto gli artisti che nella loro produzione riescono ad esprimere un’articolata e interessante visione attraverso un’essenzialità stilistica. Molto utile è visionare tutta la produzione di artisti che sento più vicini al mio fare o che semplicemente ammiro. Nei miei anni a Venezia ho avuto la fortuna di incontrare e lavorare assieme a molti giovani artisti; confrontarmi e studiare il loro approccio, soprattutto alla pittura, è stato essenziale al mio percorso.

 

 

Federico Polloni (Treviso, 1991) vive e lavora a Venezia.

Tra i progetti di mostra personali, collettive, partecipazioni a fiere e residenze: 2020 “Extraordinaio”, collective exhibition curated by Daniele Capra, Nico Covre, Nebojsa Despotovic, Atelier F, VEGA Scientific and Technological Parc, Venice, Italy; 2020 “UPGRADE”, collective exhibition, curated by Andrea Lacarpia, Dimora Artica Gallery, Milan, Italy; 2020 “Got It For Cheap and Velvet Ropes”, NewYork edition, collective exhibition curated by Chris Rexroad and Charlie Roberts, The Hole Gallery, NY, USA; 2019 “Got It For Cheap and Velvet Ropes”, Bergen edition, collective exhibition curated by Chris Rexroad and Charlie Roberts, Blokk space, Bergen, Norway; 2019 “Caos Italia”, Vernice Contemporanea, International collective exhibition curated by Massimo Casagrande, Bunker di Villa Caldogno, Palladium complex, Caldogno, Vicenza, Italy ; 2019 “Got It For Cheap and Velvet Ropes”, Gothenburg edition, collective exhibition curated by Chris Rexroad and Charlie Roberts, Nevven Gallery, Gothenburg, Sweden; 2019 “AIR4”, international Collective exhibition curated by Piera Ravnikar, Ravnikar Gallery Space, Ljubljana, Slovenia; 2019 “Interstalla 5”, collective exhibition curated by Rebecca Loro, Villa Abrizzi Marini, San Zenone degli Ezzelini, Treviso, Italy; Negli anni partecipa a importanti premi internazionali di cui ricordiamo: CRAMUM Prize, finalist, collective exhibition curated by Sabino Maria Frassà, villa Bagatti Valsecchi, Varedo, Milano, Italy; Delphian Gallery art prize, first selection, London; Celeste Prize, selected, curated by Katya GarciaAnton, Centrale Montemartini, Rome, Italy.

Polygons dream, acrilico e olio su tela, 150x150 cm, 2019
Polygons dream, acrilico e olio su tela, 150x150 cm, 2019