Introduction: Andrea Fiorino
12.10 – 02.11 2021
Superstudiolo Arte Contemporanea
ONLINE EXHIBITION
Circa cinque anni fa ho ricevuto in regalo un piccolo dipinto in fusaggine da Andrea Fiorino. È un ritratto elusivo, la testa di una figura che osserva qualcosa di traverso, con occhi assorti da cui fuggono lampi gialli, unica traccia di colore sulla superficie altrimenti monocroma. Il ritratto è appeso nella mia camera toscana e nel corso degli anni ho rivolto molte domande a quel viso sfuggente: chi sei? a cosa pensi? è uno sguardo di amore o di odio il tuo? Le sue risposte non mi hanno mai dato una versione certa dei fatti, ma io continuo a domandare, il volto a rispondermi, e mi sento un po’ Alice di fronte lo Stregatto.
Il dubbio è un elemento sempre presente nel lavoro di Andrea e accompagna tele che raccontano la realtà amplificata da un evidente potere immaginifico. Nel primo studio visit fatto insieme, Andrea mi disse che le narrazioni da lui elaborate provenivano da storie sentite dire, esperienze personali, sogni e miti, e che tutte le figure presenti nei suoi lavori sono autoritratti. Questa pittura che ci viene presentata su tele di cotone senza cornice o altri supporti non bussa, ma spalanca porte, abbagliando con cromie sovraeccitate, segni flessuosi, scene di vita conturbanti raccontate con sfrenato massimalismo. Qui i pastelli incontrano la pittura ad olio, tempera, e non cercano di illuderci riguardo il loro essere rappresentazione, un’allegoria della realtà.
L’ambiguità delle figure, i loro gesti, il loro sesso, le assurde proporzioni e lo spazio che collassa su uno solo grande primo piano fanno sentire come di fronte ad un murale egizio. Qui, nell’ignoranza della lingua e di gran parte della cultura, si possono azzardare ipotesi e indovinare assonanze circa i significati nelle scene rappresentate. E con Andrea è lo stesso: osserviamo questo mondo di oggetti e colore, domandandoci cosa stia succedendo, ma allo stesso tempo riconoscendo cose fatte, viste: quella volta che mi sono affacciata alla finestra fumando; in cui ho sussurrato all’orecchio di qualcuno; in cui mi sono sdraiata a letto fissando il soffitto. L’approccio di Andrea è per certi versi molto simile a quello di David Hockney nel regalarci una pittura intima e personale. Da qui possiamo intravedere la vita dell’artista: i desideri, gli amori, gli amici, le repulsioni. Il tutto cadenzato dai tre grandi compagni di Andrea: segno, linea, colore.
(Claudia Contu)
Intervista a Andrea Fiorino
a cura di Alberto Ceresoli e Carmela Cosco
Alberto Ceresoli | Carmela Cosco Che cosa cerchi nella pittura e che discorso sostiene il tuo fare pittorico?
Andrea Fiorino L’egoismo è ciò che mi spinge a dipingere. In questo momento il mio sguardo è rivolto all’interno e attraverso l’introspezione provo a dialogare con gli altri. Il mio lavoro è una psichedelica priva di giudizio che si sviluppa attraverso la lettura dell’altro che è parte attiva nel processo di comprensione dell’immagine, e nello scoprire i livelli di lettura che un immagine può nascondere.
AC|CC Processi, tempi, impegno o disimpegno nel lavoro. Raccontaci del tuo approccio alla pittura. Come si articola il processo di formalizzazione dell’opera? Come vivi il tuo studio? Rigore o elasticità progettuale?
AF Vivo lo studio con disciplina e caos, lo studio per me non è solo un luogo fisico ma anche mentale. Ho dipinto molti quadri nella mente e solo pochi mi hanno restituito quel senso di soddisfazione che si ha quando si guarda il proprio lavoro finito. In studio alle volte il tempo è scandito da timer che mi impongo per concentrare la mia attenzione in un arco di tempo prestabilito, come un muscolo che dopo un considerevole sforzo ha bisogno di sciogliersi per non avere crampi.
AC|CC Ci interessa il tuo rapporto con la materia pittorica, con supporti e materiali. Scelte e affezioni?
AF Mi piace sperimentare nuovi materiali. In questo periodo utilizzo fusaggine, pastelli ad olio, acrilici, gessi, pigmenti e pastelli ad acqua. La tela di cotone grezza, che presento senza telaio, è una compagna fidata che porto con me da un bel pò. La preparo con diverse imprimiture per ottenere risultati differenti e per capire le potenzialità dei materiali che utilizzo. Ciò che ricerco nella pittura è l’unione tra la pittura e il disegno; il disegno è il carburante della narrazione, da lì nasce tutto.
AC|CC Astrazione o figurazione?
AF Figurazione. Le immagini che scelgo di rappresentare sono fondamentali per capire la narrazione che si nasconde dietro.
AC|CC Ti chiediamo un pensiero iconografico rispetto alla tua produzione pittorica. Riferimenti e influenze?
AF E’ un po difficile per me rispondere a questa domanda, qui di seguito scriverò un breve elenco di ciò che influenza o ha influenzato il mio lavoro: – Emil Nolde – Mark Rothko – Cecicità Jose Saramago – Nosferatu il Vampiro – Il Gabinetto del dottor Caligari – Roy Lichtenstein – Edward Hopper – Braccio di Ferro – One Pece – Francesco Clemente – Philip Guston – Katerine Bradford – Viola di Mare – Renato Guttuso – Denzil Forrester – Hook Capitan Uncino – Gaison Perry – Lee Krasner – Kiki Smith – Picasso.
Andrea Fiorino (Siracusa, 1990) vive e lavora a Milano.
Tra i progetti di mostra personali e collettive: Mano Morta, Io non dipingo tutti i giorni, IL CREPACCIO INSTRAGRAM SHOW, a cura di Caroline Corbetta (2019); Amaro in Bocca, CasaVuota, a cura di Francesco Paolo del Re, Sabino de Nichilo, Roma (2019); Every day like a sunday, a cura di Ivan Quaroni, Antonio Colombo Gallery, Milano, (2018); Selvatico 13, a cura di Massimiliano Fabbri, Museo Civico Cuggiono (2018); Della stessa sostanza, a cura di Arianna Beretta, Circoloquadro, Milano (2017); Limiti e confini 5°premio Cramum, a cura di S.M.Frassà, Grande Museo del Duomo di Milano (2017); Premio Combat, finalista (2017); Nel Buio risplendono, a cura di Claudia Contu, Ateliermultimedia Galerie Artecontemporanea, Vienna (2016); The Family, Opere scelte, Torino (2016); Immagini dal sottosuolo, a cura di Marco Marelli, Ateliermultimedia Galerie Artecontemporanea, Vienna (2016); Contexto, a cura di Casa Testori, Edolo (2016); Paradise Lost, a cura di Elisa Fusi, Circoloquadro, Milano (2015); Andrea Fiorino, a cura di Robert Kananaj, Robert Kananaj Gallery, Toronto (2014).